Interviste

Intervista – Ritratto d’Artista: Giovanni Bilo

D      Come ti definisci?
R:     Mi definisco un pittore introspettivo.

D:     Qual è il tuo messaggio?
R:     E’ trasmettere gioia di vivere; le mie linee avvolgenti esprimono quasi un abbraccio universale.

D:    Racconta come ti sei avvicinato all’arte.
R:    Dopo il regalo che ha fatto sorgere in me l’esigenza di manifestare le mie sensazioni, mi sono sempre chiesto come sia possibile che un semplice dono possa aver influenzato il corso di una vita.

D:    Come nasce un’idea? Che cos’è per te l’ispirazione?
R:    Un’idea può nascere dopo l’elaborazione di una sensazione o casualmente; nel secondo caso l’elaborazione diventa più affascinante, perché quello che va oltre lo sguardo, mi fa provare emozioni che altri non percepiscono.
L’ispirazione può essere determinata da un’emozione così intensa tale da stimolare l’elaborazione artistica di un pensiero.

D:    Che cos’è l’arte?
R:    Il filosofo Dino Formaggio, padre dell’Estetica fenomenologica italiana, dichiarava che l’arte è tutto quello che l’uomo ha considerato arte. Personalmente credo che essa sia la maniera di elaborare interiormente una realtà che altri non vedono.

D:    In che circostanze ti vengono le migliori idee?
R:    Forse nelle circostanze della vita che sono emotivamente più complesse, perché impegnano di più il subconscio.

D:    Come capisci se per te un’idea è valida o no?
R:    Solo dopo averla realizzata.

D:    Quando e come hai iniziato a vederti come un’artista?
R:    Non mi vedo come un artista, sono una persona che esprime se stesso anche tramite la pittura e senza etichette. Per poter fare tranquillamente questo lavoro, bisogna essere molto equilibrati, perché da facilmente alla testa.

D:    Ti consideri postmoderno (artista degli anni Ottanta del Novecento, che tende all’impiego, in una stessa opera, di forme estetiche diverse, recuperate dal passato)?
R:    Rispetto a come è considerata un’opera d’arte oggi, si!
La realtà dell’arte attuale è così mutevole, i suoi schemi così trasmigranti, che è molto facile essere superati.

D:    Che artisti ammiri e in che modo hanno influenzato le tue opere?
R:    In prevalenza gli artisti del 900 a iniziare da Picasso. Egli che ha determinato il corso creativo del secolo passato, diceva: “Ho impiegato 20 anni per dipingere come un maestro e non mi è bastata una vita per dipingere come un bambino”.

D:    Quale tra le tue esperienze è la tua preferita?
R:    I viaggi legati anche ad esposizioni, che mi hanno fatto conoscere un’umanità molto variegata ed affascinante.

D:    L’arte autentica è l’arte necessaria?
R:    L’arte è quasi un bisogno di vivere. Oggi, a maggior ragione, dovrebbe indicare dei punti di riferimento ad un mondo caratterizzato quasi esclusivamente dalla transitorietà. Regalerebbe così all’uomo la capacità di adoperare il “terzo occhio” (esso è il presupposto dell’”intuito” e della  “consapevolezza” e fa parte della sfera irrazionale dell’uomo).

D:    Si compra l’opera, o si compra piuttosto l’artista?
R:    Personalmente mi orienterei per comprare l’opera, chi la compra per il nome dell’artista, non le da nessun valore.

D:    Nell’arte non ci sono guide, come sai qual è la cosa successiva che devi fare?
R:    Mi affido all’istinto.

D:    Quanto le tue esperienze ti hanno influenzato e in che modo si ritrovano nelle tue opere?
R:    Per chi mi conosce, le mie opere sono il percorso cromatico della mia vita, perché ho un rapporto epidermico con la pittura.

SEGNI E SOGNI   di Daniela Sandoni

Uno straordinario scorrere di idee, visioni. sensazioni e fantasie. La pittura di  Giovanni Bilo allude ad una visione reale, ma è un apparire e scomparire, un suggestionare la realtà quale egli sente, subisce ed in cui crede.  Il colore ha la sua preminenza e la linea ne è soffocata, ma il pennello traduce sentieri che la mente percorre con il piacere dell’abbandono e del sogno.  Tempi sospesi in una allucinazione senza  tempo che sembra di sentirlo scorrere dall’antico al recente presente nel moderno, in un movimento di colori che aprono ad ogni possibile stimolazione, dalla frammentazione dei luoghi alla poesia dei tramonti.

Giorgio Falossi

Curatore e critico de IL QUADRATO – Pittori e Scultori contemporanei